Perché la destra italiana è passata dalla parte dei russi (e perché cambierà presto idea). Anatomia di un equivoco.

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Fermo dal 1945 su posizioni atlantiche e filo-americane (per ragioni contingenti-strategiche, di blocco, come ideologiche), il conservatorismo italiano è oggi protagonista di una brusca virata verso Est. Destinazione, la Russia di Vladimir Vladimirovič Putin.

Questo afflato, all’apparenza incomprensibile, verso quello che è stato ed è, tutt’oggi, il principale rivale dell’Occidente (anche se non più della sua “way of life”) e verso un ex membro del PCUS e del KGB, trova in realtà spiegazione in un equivoco storico-ideologico, ovvero nella sovrapposizione, del tutto errata, tra categorie politiche italiane e quelle statunitensi.

L’appartenenza di Barack Obama al Democratic Party (ritenuto affine alla sinistra Italiana) rende infatti l’immagine dell’inquilino della Casa Bianca respingente agli occhi del conservatore italiano. A fare il resto, aumentando la “simpatia” per l’uomo forte del Kremlino, anche le sue scelte di segno tradizionalista, il suo muscolarismo e le caratteristiche etniche (la pelle nera) di Obama.

Si tratta, ad ogni modo e come già osservato in passato, di un’infatuazione destinata ad avere breve vita e durata; in caso di trionfo, nel 2016, di un membro (caucasico) del GOP, la destra di casa nostra tornerà infatti nel suo alveo storico-culturale naturale, pronta a schierarsi, alla prima crisi tra Mosca e Washington, dalla parte degli USA.

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